LE VIE DELLE TORRI (VIA CORBETTA O CONTRADA DELLE TORRI E VIA CHIAVELLI)
Il borgo di Canturio nel Medioevo era cinto da solide mura custodite da torri. Queste erano di
supporto essenziale alla difesa delle mura e costituivano uno strumento di controllo del territorio
circostante. Si trattava di mura consistenti, probabilmente composte anche da blocchi di granito
provenienti da cave lontane.
Cantù ebbe probabilmente una cinta di fortificazioni sin dal secolo XI, ma la creazione di una vera e
propria cinta muraria è opera trecentesca di Gaspare Grassi, che rinforzò i manufatti preesistenti e
fece costruire una cinta muraria dotata di circa 35 torri allo scopo di creare una personale signoria
sul borgo di Canturio, da difendere rispetto alla vicina e potente Milano.
Torri e mura inoltre suggerivano l’idea della potenza e dell’importanza di chi le aveva fatte
costruire e del borgo a cui appartenevano.
UBICAZIONE
Numerose tracce di queste antiche torri si concentrano nelle vie che si diramano da piazza Sittori, o
“Fontana”, dove si apriva l’omonima porta detta anche “Ruscana”e che possono dare un’idea
dell’aspetto medioevale della città.
CARATTERISTICHE
Tracce di torri inglobate in successivi edifici privati sono visibili, ad esempio, tra piazza Sirtori e
via Corbetta, dove di una torre inglobata in una casa privata (ex-casa Romario), si riconoscono
ancora le pietre angolari opportunamente squadrate, e lungo la via Chiavelli, stradina in salita che
si interseca con via Corbetta, dove “le case sembravano stringersi intorno”.
Più avanti si trova la torre di via Argenti angolo via Corbetta, di cui la parte più significativa è
quella inferiore, ma che ben dimostra nell’alzato privo di aperture il suo compito difensivo e di
controllo del territorio. Addossato a tale torre è casa Argenti, costruzione ottocentesca, la cui
facciata è caratterizzata da un bel balconcino sovrastante l’arco del portale Poco più avanti sorge la
torre restaurata annessa al palazzo dell’Esposizione Permanente, dotata alla sommità di un’elegante
loggetta. Nella torre era inserita una lapide romana, probabilmente funeraria, con un’iscrizione.
TRADIZIONI
Voci di popolo narrano l’esistenza di cunicoli sotterranei che costituivano vie di fuga dal borgo
soprattutto in caso di assedio. Crolli, muri di sbarramento e modifiche del tessuto urbano hanno
impedito di documentare queste affermazioni.