L’edificio sorge nel 1868 all’interno di un vasto giardino posto in via A. Fratti, angolo via A. Vespucci, nel quartiere residenziale detto “quattro venti” di Viareggio.
L’architetto Alessandro Lippi, nel 1926 realizza il progetto di ampliamento e di ristrutturazione, mentre il pittore Galileo Chini ne interviene con numerose decorazioni sia esterne che interne, che caratterizzano le facciate lungo il primo piano, e sono forse le più estese e rappresentative della sua opera, con pannelli a motivi geometrici che si alternano a decorazioni antropomorfe e floreali di chiara ispirazione neo-rinascimentale; in una successione molto interessante dal punto di vista compositivo e cromatico. Nella realizzazione è chiara la ricerca della tradizione delle ceramiche invetriate Fiorentine, anche se tramite l’uso di effetti a lustro metallico dona un aspetto moderno all’opera, che fonde il tardo liberty con il rinascimento in un insieme armonioso ed elegante. Queste decorazioni si differenziano da quelle realizzate da Chini per le terme “Berzieri” di Salsomaggiore, per una scelta stilistica chiarimente neorinascimentale rispetto alle sperimentazioni più eclittiche-liberty dello stabilimento termale.
Successivamente, la villa venne trasformata in albergo e subisce perciò un ampliamento nella parte posteriore a nord, fino ad affacciarsi con il prospetto sulla via A. Fratti, in aderenza a quello già esistente.
Le forme architettoniche assunte dall’ampliamento riprendono i caratteri e la tipologia dell’edificio esistente, prive però di ceramiche o decorazioni sulla facciata, mentre la torretta con vista verso il mare rappresenta l’elemento più significativo del nuovo corpo edilizio, risale al 1938.
Anche all’interno della villa, Galileo Chini ha sicuramente operato, soprattutto nel salone principale del piano terra, dove ricche decorazioni orientali a stucchi ricoperti di foglia d’argento dorate con la tecnica della verniciatura a mecca fiorentina,fanno da corredo alla grande pittura parietale di G. Biasi, realizzata negli anni Venti e intitolata “Matrimonio Persiano”.